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#MACFOCUS: SOPHIE KO

 

Artist of the week

 

 

 

Il #MACFOCUS di questa settimana è dedicato a Sophie Ko, artista le cui opere sono esposte alla galleria Renata Fabbri nella mostra “Prima che la notte cada” fino al 18 novembre 2023.

 

Sophie Ko (Tbilisi, 1981) pone la questione del tempo al centro della sua pratica artistica stabilendo una forte relazione simbolica tra i materiali utilizzati - principalmente ceneri di immagini bruciate e pigmenti puri - e le immagini create. Il cambiamento e l'instabilità dei materiali in relazione al fluire del tempo sono alcune delle costanti della sua ricerca artistica.

 


Emergendo da una negoziazione formale e concettuale tra pittura e scultura, le Geografie Temporali di Sophie Ko appaiono come disegni del tempo stabiliti in un luogo, immagini spaziali della relazione dialettica che intratteniamo con il tempo. Incarnano l'idea di un'opera d'arte eternamente sospesa tra l'atto di creazione e quello di distruzione, poiché sono sottoposte a un processo continuo e imprevedibile di modifica, avvenuto attraverso il lento e implacabile collasso del materiale di cui sono composte.

 

Un componente essenziale delle Geografie Temporali è infatti la forza di gravità che agisce "su" e "con" il materiale della pittura, facendo sì che il pigmento cada, sfaldandosi e segnando così il passare del tempo sulla superficie della tela. Proprio come una clessidra si svuota lentamente accumulando sabbia sul fondo, allo stesso modo le sue Geografie Temporali mirano a mettere in scena la relazione tra tempo e immagini: una relazione fatta di peso, pressione, gravità e dell'influenza distruttiva del tempo sulle immagini, ma allo stesso tempo anche di creazione, profondità, ritorno e rinascita riguardo al passaggio inesorabile del tempo.

 

Cinque anni dopo la sua ultima mostra personale, Sporgersi nella notte (2018), Renata Fabbri presenta la terza mostra personale dell'artista in galleria: Prima che la notte cada.

Il progetto presenta una serie di nuove Geografie Temporali, sculture e opere fotografiche che affrontano il tempo nel suo rapporto con la materia - caducità e forze di resistenza - temi che sono sempre stati centrali nella ricerca dell'artista.

 

Sophie Ko, Prima che la notte cada. Installation view at Renata Fabbri, Milan, 2023. Ph: Mattia Mognetti.

 


In questa nuova esposizione, frammenti di un corpo celeste punteggiano gli spazi della galleria, invitando l'osservatore a immaginare la ricostruzione della sua interezza. Forse sono i resti di un'esplosione stellare, o forse ci troviamo di fronte alla nascita di una stella: la fine del suo ciclo di vita e allo stesso tempo la sua genesi. Appartenenti alla serie Geografie Temporali, questi schegge irregolari sembrano tendere l'una verso l'altra per essere nuovamente unite - o forse questa è la prima volta.

 

Sophie Ko, Geografia temporale. Il cuore di una stella, 2023, pigmento puro, frammenti di ali di farfalla, ceneri di immagini bruciate. Courtesy l’artista e Renata Fabbri. Foto: Mattia Mognetti.

Sul pavimento ci imbattiamo in tre sculture in bronzo, ottenute accoppiando foglie con pezzi di corteccia, trasformando le prime in vele e le seconde in scafi. Queste semplici barche sono il risultato di un gesto ordinario e senza tempo: come un gioco da bambini, ma in cui riconosciamo il senso fondamentale dell'arte umana: la capacità di scoprire il mondo trasformandolo, dando forma spirituale alla materia.

 

 

Sophie Ko, Una barca, 2023, bronze, 26x18x8 cm, 28x33x8 cm, 26x18x8 cm (from left to right). Courtesy the artist and Renata Fabbri. Ph: Mattia Mognetti.


 


Il percorso espositivo si conclude con la rappresentazione di due mani - quelle di un adulto e di un bambino - distese sulla superficie di uno scanner. L'immagine evoca il senso di meraviglia infantile prima della scoperta di un raggio di luce, che mentre scorre brevemente sulle cose, cattura mimeticamente e riproduce la realtà, solo per essere poi nuovamente tuffato nell'oscurità, come una stella cadente che scompare rapidamente davanti ai nostri occhi.

 

Prima che la notte cada è un invito a guardare con meraviglia infantile quella scintilla prima che tutto intorno a noi diventi nuovamente opaco; è un tentativo di riorientare lo sguardo verso il tempo, pensandolo non solo come esaurimento del tempo, ma come crescita della vita che resiste alle forze distruttive del tempo.

 

Sophie Ko, Prima che la notte cada. Installation view at Renata Fabbri, Milan, 2023. Ph: Mattia Mognetti. 


 


"Una stella esplosa o in ascesa, con un cuore luminoso a forma di pentagono e cinque punte nere e blu sparse nello spazio. Una forma geometrica ma imperfetta, e una che tradisce la mano di Sophie Ko. Ripresa.

 

Sophie conosce i rischi di chi desidera fare del tempo la propria sostanza, lei che desidera mapparlo con i colori delle sue geografie. Disporre il pigmento colorato senza leganti, metterlo sotto vetro, incorniciarlo insieme a ali di farfalla e sospendere immediatamente il gesto, e fissare lo sguardo nel vuoto. E ora? Lasciare che l'opera si apra al tempo generando le sue increspature, le sue schegge come quelle del corpo celeste trovato in Prima che la notte cada. Lasciare che l'opera abbracci l'astronomico, come se fosse una stella in ascesa o una che esplode nella galassia, ma anche il geologico, come se fosse il corpo di una frana. Lasciare che il tempo si mostri e non solo venga subito dall'immaginario. Lasciare che il tempo si apra al desiderio al di là delle clessidre e del movimento incessante.

 

Infatti, "il desiderio non deve mai essere disconosciuto", scrive Rilke in un passaggio dai Taccuini di Malte Laurids Brigge, che Sophie mi ha letto quando l'esposizione doveva ancora essere allestita. A seconda di come si tratta il prefisso, de-siderio ha una doppia etimologia e può riferirsi a fissare intensamente le stelle o a distogliere lo sguardo da esse. Eppure l'opposizione è solo apparente. La stella polare guida il nostro percorso attraverso la notte; la stella cadente suscita i nostri desideri. Allo stesso modo, Sophie crea stelle ma ammette di essere attratta dalla terra, e spesso cammina con lo sguardo basso, in cerca di foglie cadute e forse persino tracce celesti." - estratto dal testo critico di Riccardo Venturi, "Corpo di una Frana".

 

 

#MACFOCUS è la rubrica della Milano Art Community che propone approfondimenti sulle gallerie d'arte contemporanea, fondazioni e spazi no profit più interessanti di Milano e sugli artisti da loro selezionati.

 

 


 

Per maggiori informazioni Renata Fabbri

 

 

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