kaufmann repetto è lieta di annunciare la terza personale di Dianna Molzan con la galleria, in cui presenta nuovi dipinti, disegni e installazioni scultoree. Il titolo, Double Take, è la chiave di lettura dell’esperienza visiva da vari punti di vista. L’impressione di una ‘reazione a scoppio ritardato’ viene innescata dall’interazione tra associazioni e reminiscenze che collegano i lavori in mostra.
Un giocoso effetto déja vu sorregge l’impiego degli spazi gemelli della galleria milanese da parte di Molzan, con le due sale centrali e simmetriche usate come presupposto riecheggiante: una stanza che assomiglia all’altra nella configurazione spaziale e nella collocazione artistica senza esserne identica.
Sebbene fiori e motivi floreali siano un motivo ricorrente nella pratica dell’artista, queste forme particolari, rese come archetipi quasi generici, sono le opere più recenti che si concentrano su oggetti familiari e culturali, un tema già esplorato nelle precedenti serie di specchietti per il trucco e porte individuali. Le composizioni sono quasi fumettistiche, con colori audaci, mentre la base instabile per i dipinti meticolosamente eseguiti è una intricata superficie di fili appesi, liberi di ondulare e animando delicatamente il fiore in reazione a movimenti improvvisi dello spettatore nelle immediate vicinanze.
Le barre del telaio vengono rappresentate come cornice trompe l’oeil minimale, e nella parte sottostante la realtà retrostante è resa palese attraverso gli spazi vuoti nella superficie dei fili. Le forme dei fiori fluttuano davanti allo spazio rettangolare "vuoto" con gli steli che fuoriescono dallo spazio pittorico verso terra. Le categorie dell'indagine pittorica quale figura/sfondo subiscono una strana torsione di fronte a queste opere, che sono ibride per eccellenza sia sul piano dell'immagine che del materiale.
Questa analisi è ripresa in un gruppo di disegni di piccole dimensioni che ripetono gli stessi motivi floreali dei dipinti, come se l'artista volesse offrire un modo per coglierli come composizioni solide, dopo il difficile compito di catturarli su sezioni mobili di filo.
Le altre opere della mostra, più piccole e astratte, fondono elementi fittizi e concreti: composizioni dipinte che sembrano appese a pioli reali; superfici tessute e realizzate a collage proiettano ombre reali e artificiali. Uno dei dipinti è accompagnato dal suo doppelgänger che è diventato un'installazione scultorea a parete. Due opere delle stesse piccole dimensioni sembrano simili, entrambe con una superficie tramata e colorata (una con base arancione, l'altra con base blu) con ciuffi di filo che escono da fori (ma di lunghezza, circonferenza e quantità diverse), generando così impressioni distinte. Questa variazione di tipologia da una stanza all'altra è osservabile anche nelle grandi opere intessute sulle due pareti di fondo che hanno le stesse dimensioni, ma personalità diverse.
Trattare i quadri come oggetti di installazione in dialogo con il loro ambiente è un aspetto fondamentale dell'approccio espositivo di Molzan, e in Double Take ha esteso questo focus introducendo grandi e corposi reti che fungono da astrazione geometrica che inizia sul muro per riversarsi sul pavimento e diventare una morbida seduta; possono essere modificate, estese e moltiplicate in base alla posizione e reiterano la confusione delle categorie in linea con le altre opere. Con queste installazioni inaspettatamente grandi e sensuali, l’artista intensifica il proprio interesse verso la messa in discussione della dicotomia tra pittura e scultura, e la propria preferenza della ‘coseità’ rispetto all’immagine.