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Pierpaolo Campanini
Didgeridoo
31 maggio – 4 agosto 2023
mar, mer, gio, ven, sab: 10:30 – 19:00
opening:
30 maggio 2023
18:00 – 21:00
press release

kaufmann repetto è lieta di presentare Didgeridoo, la sesta mostra personale di Pierpaolo Campanini con la galleria.

 

Il didgeridoo è uno strumento a fiato utilizzato da millenni dalle popolazioni aborigene australiane. Ricavato da un ramo di eucalipto e lungo fino a oltre tre metri, viene suonato con la tecnica del respiro circolare che permette di emettere una nota monofonica senza interrompere il flusso d’aria. Scelto dall’artista come titolo dell’esposizione, e allo stesso tempo anche come titolo attribuito a ognuna delle dieci opere presentate, il riferimento al didgeridoo diventa dispositivo semantico e chiave di lettura per l’intero progetto.

 

Nei nuovi dipinti la dimensione oggettuale, in passato basata su degli assemblages costruiti nello studio, risulta dall’intricata interazione tra immagini e modelli 3D creati dall’artista e la loro elaborazione mediante programmi di intelligenza artificiale. Il punto di partenza è rappresentato da forme-base le quali, caricate all'interno di un generatore di AI, danno vita a diverse combinazioni possibili. Intervenendo a sua volta nelle maglie dell’algoritmo durante il processo, e nutrendolo con specifici elementi di suo interesse, Campanini ottiene sempre nuove mescolanze, generando un flusso di potenziali forme e immagini. Il processo di negoziazione tra l’artista e il software, paragonabile a una sequenza di inspirazione ed espirazione, rimanda appunto al respiro circolare usato per suonare il didgeridoo.

 

Negando però ogni autorevolezza al mezzo tecnologico, Campanini manipola intenzionalmente il torrente di immagini prodotto dall’algoritmo. Induce il programma a fornire risultati ‘sbagliati’ e distopici, li elabora in disegni preliminari per poi farli confluire nella sua seducente pittura dall’effetto patinato. In mostra presenta alcune evoluzioni di motivi ricorrenti nella sua pratica, come la mise-en-scène delle scarpette da ballerina dai colori sgargianti, infiocchettate e impreziosite da dettagli dorati, sospese come in una danza a punta; e ancora, lo studio del muro di una casa di campagna e gli squarci di una lussureggiante vegetazione palpitante. Altri dipinti hanno al centro strane figure avvolte da eccentriche armature dal sapore tribale, mentre altri ancora sono complessi ed enigmatici congegni compositivi, come la sontuosa sella sospesa su uno sfondo azzurro, o il surreale ammasso di calzature al centro di una natura morta dai toni cromatici accesi. Oscillando tra atmosfere domestiche e visioni oniriche, i quadri di Campanini sono capaci di suscitare il desiderio un po’ perverso e infantile verso un territorio visuale ignoto ed autarchico. La deliberata, erratica precarietà di soggetti e composizioni ci ammaglia, e ci riporta nuovamente al didgeridoo, il cui flusso sonoro non si genera soltanto con il fiato ma anche pronunciando parole, suoni, rumori. Dice l’artista: “Potremmo immaginare ciò che appare sul piano pittorico come un deposito dai bordi frastagliati, come detriti da una marea-idea che inonda e si ritira”.

 

kaufmann repetto
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