La quinta mostra personale di Kiki Smith alla Galleria Raffaella Cortese, "The Cat Himself Knows", presenta una serie di opere inedite dell’artista americana di origini tedesche.
È una faccenda difficile mettere il nome ai gatti; niente che abbia a che vedere, infatti,
con i soliti giochi di fine settimana.
Potete anche pensare, a prima vista,
che io sia matto come un cappellaio,
eppure, a conti fatti,
vi assicuro che un gatto deve avere in lista
TRE NOMI DIFFERENTI.
Prima di tutto quello che in
famiglia
potrà essere usato quotidianamente,
un nome come Pietro o come Augusto, o come Alonzo, Clemente,
come Vittorio o Gionata, oppure Giorgio o Giacomo Vaniglia —
tutti nomi sensati per ogni esigenza corrente.
Ma se pensate che abbiano un suono più ameno, nomi più fantasiosi si possono consigliare: qualcuno pertinente ai gentiluomini,
altri più adatti invece alle signore:
nomi come Platone o Admeto, Elettra o
Filodemo —
tutti nomi sensati a scopo familiare.
Ma io vi dico che un gatto ha bisogno di un nome che sia particolare e peculiare, più dignitoso; come potrebbe, altrimenti, mantenere la coda perpendicolare,
mettere in mostra i baffi o sentirsi orgoglioso?
Nomi di questo genere posso fornirvene un quorum, nomi come Mustràppola, Tisquàss o Ciprincolta,
come Bombalurina o Mostardorum,
nomi che vanno bene soltanto a un gatto per volta. Comunque gira e rigira manca ancora un nome:
quello che non potete nemmeno indovinare,
né la ricerca umana è in grado di scovare;
ma IL GATTO LO CONOSCE, anche se mai lo confessa. Quando vedete un gatto in profonda meditazione
la ragione, credetemi, è sempre la stessa:
ha la mente perduta in rapimento ed in contemplazione del pensiero, del pensiero, del pensiero del suo nome: del suo ineffabile effabile
effineffabile
profondo inscrutabile ed unico NOME.
— T. S. Eliot, Il nome dei gatti
Durante lo sviluppo del suo progetto di arte pubblica per ArtLine Milano, nel 2018, Kiki pensa dapprima ai piccioni, una presenza immancabile nel luogo più famoso della città, Piazza Duomo, ma a pochi passi di distanza trova il soggetto per le sue due monumentali sculture in bronzo "Guardiane". Sono i gatti che popolano il fossato di Castello Sforzesco e Kiki decide che sarebbero stati i protettori della città. Dopo l’inaugurazione delle "Guardiane" nel 2022, l’artista continua a lavorare su questo soggetto nella serie di disegni intitolati "Empath". I felini sono accompagnati da piccioni, scoiattoli, alberi e forme astratte: una polifonia di animali che si possono immaginare abitare un paesaggio urbano, una casa privata – in questo caso, la galleria stessa. Intanto, al centro dello spazio di via Stradella 4, alcune sculture di gatti e piccioni sono affiancate da figure colorate di mani che impugnano cuori, in uno scambio emotivo ed empatico tra uomo e animale.
Kiki Smith è protagonista della mostra "Free Fall" al Seoul Museum of Art, la sua prima personale in un museo pubblico in Asia, in corso fino al 12 marzo 2023. Si conclude il 12 febbraio la sua personale "From the Creek" all’Albuquerque Museum, New Mexico, USA e una serie di mosaici per la stazione di Grand Central Madison a New York è stata inaugurata a fine 2022.