La parola egregore, o eggregora, deriva dal greco e significa “guardiano”. Il termine fa riferimento allo sviluppo di un’identità culturale astratta condivisa (o entità psichica autonoma) che influenza il gruppo che l’ha originata. La relazione simbiotica tra l’egregore e la collettività che l’ha emanato è ora associata al concetto di meme. Questa idea occulta è anche un efficace sistema di riferimento per accostarsi alla mostra di Jon Rafman da Ordet.
Egregore è il titolo del trittico video del 2021, composto da immagini animate trovate in rete, rivitalizzate e alterate per svelare i significati nascosti dei detriti che affollano Internet. L’accurata e sapiente selezione di immagini inquietantidefinisce una linea passante, o una traiettoria spirituale coerente, nell’altrimenti caos imperante dei media online. All’opposto di una formulazione, Egregore dà vita a un immaginario che rivela l’inconscio collettivo del web.
Uno dei dispositivi centrali nel lavoro di Rafman è l’appropriazione degli strumenti che ci alienano da noi stessi e dal nostro ambiente e il loro impiego al servizio dell’arte e dell’esperienza eminentemente umana della bellezza. L’artista è interessato a catturare la tensione tra l’“occhio” disinteressato della macchina e l’impulso umano alla creazione di significato.
Nel caso di ᖴᗩᑕIᗩᒪᔕ I (2022), scansioni 3D “appiat- tite” di volti umani – destinate ad essere utilizzate nella progettazione di videogiochi e in altre industrie di rendering 3D – sono giustapposte a vari oggetti, spersonalizzate e modificate con esiti deformanti, dando una forma estetica esplicita al dilemma es- senzialmente moderno del sé come oggetto.
Minor Daemon I (2022) continua dove si era interrotto Dream Journal (2016-2019), approfondendo l’universo onirico generato dal computer di quest’ultimo, inserendovi la storia di due giovani uomini che condividono uno straordinario talento per i giochi in realtà virtuale. Il film è ambientato in una distopia surreale che sembra lo squilibrato sogno febbrile di Hieronymus Bosch se fosse cresciuto su 4chan. Minor Daemon mobilita la tecnologia più redditizia dell’industria culturale del ventunesimo secolo per sollevare questioni estetiche sulle immagini in movimento generate al computer, rafforzandole attraverso le tecniche associative prese in prestito dell’avanguardia storica. Sedute scultoree biomorfe estendono nello spazio reale il mondo ritratto nel film.