Daniele Milvio
Terzultimatum
Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan
Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan
Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan
Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan
Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan
Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan
Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan
Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan
Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan
Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan
Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan
Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan
Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan
Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan
Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan
Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan
Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan
Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan
Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan
Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan
8 novembre – 18 dicembre 2021
mar, mer, gio, ven: 10:00 – 17:00
Press Release

DANIELE MILVIO


TERZULTIMATUM


8 NOVEMBRE - 18 DICEMBRE, 2021

 

Compresi allora tutto il vuoto per mancanza di studi, e per l’ingegno mio limitato, e datomi presto alle letture, lessi in quel tempo quanti libri potetti aver per le mani. Divisi il denaro che mi aveva fruttato il quadro dell’Inquisizione, che fu soltanto di 1.500 lire, in dodici parti, perché mi la bastar da tutto l’anno, e, col proponimento di non far altro, in quel tempo, se non studiare intorno a un quadro, adattai subito la tela sul cavalletto. Scelsi come soggetto da trattare «le signore del 99 che, per sfuggir la plebaglia, si ritirano armate su Santelmo ». La situazione pareami trovata, riunendo quelle signore in casa della Pimentel, in un momento d’ansia, ed in aspettativa di qualche altra loro amica. Questa situazione era veramente bella, poi ch’essa mi permetteva di analizzare un per uno quei tanti tipi di generosa carità patria; ma tutt’altro che facile ne era l’esecuzione, e, giorno per giorno, mille difficoltà, da me non prevedute, mi sorgevano dinanzi [...] Perciò cassavo e ricassavo e, così, senza conchiuder mai nulla, passai ben più di dieci mesi.

Dopo i quali, vedendo finito il denaro, e trovatomi incapace, in tanto tempo di lavoro, a conchiuder nulla, mi diedi in preda al più sconsolato abbattimento. Finché un giorno, sconfidatomi alla fine, m’avventai infuriato alla tela, la ridussi in mille pezzi, e mi diedi a caricare una pistola per uccidermi. Ma, nel momento di metter la capsula, mi arrestai, e mi posi, con freddezza, a pensar a quello che si poteva dire di me. – Oh presuntuoso, oh vigliacco, io non avevo saputo vivere! Io che avevo pure affrontate tante disgrazie, mi ammazzavo adesso perché non avevo saputo fare un quadro! E che colpa avevo io, se la natura vi aveva dato così limitato talento? - Gittai via la capsula, e dissi fra me: – Ecco, io vivrò come tanta gente, che col sudore della fronte, si procaccia, giorno per giorno, il suo tozzo di pane.

Da quel giorno diedi tutt’altro a’ miei studii, e, dopo alcuni mesi, riuscii ad ordinar, per incarico del Municipio, una scuola di disegno per gli operai. Ottenni con essa subito un discreto risultato, e mi fu dal Municipio assegnato lo stipendio di cento lire al mese. Dopo, ebbi altre scuole ed altri stipendii, onde, assicuratami, per l’avvenire, una certa posizione, volli riparare ad un’altra mancanza che vivamente sentivo, a quella, cioè, d’aver accanto una compagna con la quale potessi divider questo mio periodo di pace.

Entrato così in una vita, non dissimile da quella di tante altre oneste persone, fo qui finire i miei ricordi, che ho scritto solo perché, leggendoli, mio figlio ne tragga esempio ad affrontar con coraggio tutte le vicende della vita.

 

Gioacchino Toma

Galleria Federico Vavassori
Visualizza nella mappa
Via Giorgio Giulini, 5, 20123, Milano MI, Milano
Usiamo cookie per ottimizzare il nostro sito web ed i nostri servizi.Leggi tutto
Su questo sito web viene utilizzato Google Analytics (GA4) come cookie analitico di terze parti, al fine di analizzare in maniera anonima la navigazione e di realizzare statistiche sulle visite; l’indirizzo IP degli utenti non è “in chiaro”, pertanto, questo cookie viene equiparato ai cookie tecnici e non richiede il consenso dell’utente.
Accetta
Rifiuta