Monica De Cardenas è lieta di annunciare “tempo crudo”, nuova personale di Claudia Losi presso la galleria di Milano. La mostra presenta una serie di opere inedite nate dai progetti realizzati negli ultimi cinque anni, che configurano un ecosistema in cui siamo invitati a riflettere su cosa rappresenta per ciascuno di noi il “tempo crudo”, espressione che l’artista ha raccolto da Judy Jacanamejoy Chicunque, antropologa, poeta e attivista colombiana (Valle del Sibundoy, popolo Kamëntsa), durante un soggiorno presso la Fondazione Pianpicollo Selvatico, in Piemonte. Nella comunità di Judy (e non solo) “tiempo crudo” indica quel preciso momento in cui tutti gli esseri – viventi e non viventi – risuonano nello stesso accordo: sono allineati tra loro, in un tempo di grazia.
Dalla fine degli anni ’90, l’artista si è concentrata su una serie di progetti basati sulla partecipazione e sulla relazione: operazioni collettive che si sviluppano attorno a singoli oggetti, azioni, testi catalizzatori di energie, esperienze, ricordi condivisi, che Losi reinterpreta e ridisegna come nello sviluppo di Oltre il giardino, l’imponente tessitura jacquard di circa 18 metri in cui sono rappresentate centinaia d’immagini e testi raccolti attraverso laboratori e call pubbliche. Realizzato a partire dal 2020 è l’esito finale del progetto Being There. Oltre il giardino, realizzato ed esposto grazie il supporto di Italian Council.
Nasce proprio da questa narrazione corale per immagini di Oltre il giardino il cuore del poliedrico ciclo di opere disseminate nel percorso espositivo della mostra milanese, aperto da Come giardino foresta, una serie di sei arazzi di varie dimensioni. Le figure che s’intrecciano tra loro sono la risposta di oltre quattrocento persone alla domanda “Quale è la tua idea di luogo naturale?”. Su ogni arazzo sono ricamate figure umane, due corpi connessi, ognuna in diversa postura di ascolto, canto, conversazione. Sporadicamente tra la trama e l’ordito del tessuto sono intessuti filati catarifrangenti che si “accendono” solo se la luce arriva in determinate angolazioni.
Prendendo spunto dalla pratica del forest gardening – la tecnica di coltivazione ispirata alla struttura e al funzionamento di un ecosistema forestale naturale – e dalla sua interpretazione metaforica – Losi pensa a queste opere come parte di un giovane bosco. Ecco allora che poco sopra alcuni arazzi, come fossero frutti sospesi in attesa di essere colti, troviamo le piccole sculture dal titolo Pomi: mele svuotate dai calabroni, buccia e torsolo trasformati in metallo, presenze preziose e segrete, che alludono ai pesi da telaio e, allo stesso tempo, a nascondigli. Sulle pareti appare una serie di sculture, Pietre da filo: ispirate alle “coti”, antichi strumenti usati un tempo comunemente dai contadini per affilare le lame, le pietre si dispongono come amuleti a segnare un ipotetico sentiero. E, ancora, in alcuni angoli delle stanze della galleria, saranno collocate Le anime sottili, sottili figure metamorfiche di metallo, tratte da originali fatte in carta, che abitano i margini degli spazi, perché secondo l’artista è proprio nelle soglie e nei confini che si manifestano le trasformazioni.
La mostra si chiude – o forse ricomincia – con Variazione #2, una tessitura in fiocco salentino, da cui si distende una lunga coda d’ordito e piccoli piombi. Realizzato dalle tessitrici della Fondazione Le Costantine in Salento, il lavoro intreccia saperi e gesti tramandati, in cui figure introdotte dall’artista si innestano in un loro schema di tradizione. A questo si collega la serie a pastello di Disegni di rimettaggio in cui si evoca la grammatica della tessitura, memoria del gesto prima del gesto, idea che si trasforma in trama disegnata.
Nel loro insieme tutti i lavori esposti compongono un ecosistema: storie raccolte e rimesse in circolo, gesti che tornano, forme che si chiamano a distanza.
Claudia Losi è nata nel 1971 a Piacenza, dove vive e lavora. Tra le recenti mostre personali e performance ricordiamo La Strozzina/Lo Schermo dell’arte, Firenze, 2025, Palazzo Te, Mantova, 2024; Obrera Centro e ICC Città del Messico, Mexico City; installazioni permanenti presso Città Studi, Biella e sul tratto Nembro-Lonno (Bergamo) della Via delle Sorelle, 2023; Arte in Fabbrica, Collezione Gori, Calenzano; Rocca Roveresca di Senigallia, 2022; MAMbo, Bologna, 2020; Ikon Gallery, Birmingham, 2019 e Collezione Maramotti, Reggio Emilia, 2016. Ha esposto inoltre al Museo MAXXI, Roma; alla Royal Academy, Londra; al Museo Marino Marini, Firenze; e allo Stenersen Museum, Oslo, SharjahBiennial8, Emirati Arabi Uniti, 2007. Dal 2004 al 2011 ha sviluppato il progetto Balena Project: il racconto mitico di una balena realizzata in stoffa in dimensioni reali, che ha viaggiato per il mondo coinvolgendo persone e immaginari ad ogni suo passaggio, la cui storia è raccontata nel libro dal titolo The Whale Theory, Un Immaginario animale, Johann & Levi Editore, Monza 2021. Il progetto Being There. Oltre il giardino è tra i vincitori dell’Italian Council – IX Edizione, 2020, del MIC, e nel 2022 esce l’omonima pubblicazione per Viaindustriae, Foligno, oltre a Tra le infinite combinazioni possibili, Gli Ori, Pistoia; nel 2021 pubblica Voce a vento, Kunstverein Milano.
La mostra è accompagnata da un testo di Leonardo Regano