Parade
Chiara Dynys
Curated by: Giorgio Verzotti
1 – 30 September 2021
Mon, Tue, Wed, Thu, Fri: 10:00 – 18:00
Press release

a cura di Giorgio Verzotti

Cortesi Gallery Lugano, via Nassa 62

 

 

Giuseppe Panza di Biumo ha definito Chiara Dynys “artista della luce”, e la mostra oggi presentata presso la Galleria Cortesi di Lugano ne è una conferma.

Luce proiettata o luce emanata dal colore della materia, l’artista propone una selezione di opere recenti insieme ai primi esemplari di una serie inedita.

I libri della serie Tutto (dal 2015) ci si mostrano aperti sulle loro pagine spiccano a rilievo due parole dai significati opposti che così accoppiate si neutralizzino a vicenda, inducendo una riflessione su quella estrema “vanità del tutto” di leopardiana memoria. Enlightening books, (dal 2010), opera costituita da 20 elementi in vetro opalino, sabbiati e dipinti a mano in differenti tonalità di bianco, sono anch’essi libri, visti non più aperti per la lettura ma dal dorso, ritti e allineati come in una biblioteca. Chiusi alla lettura ma retroilluminati, nella loro indiscutibile eleganza essi valgono anche come metafore visive, ci parlano della conoscenza come luce che svela, che porta alla verità, e che supera anche le ambiguità nascoste nel linguaggio.

Fluo S.T. apre alla serie inedita sopra accennata, progettata nel 1996 e realizzata per questa occasione espositiva. Come per Tutto, anche qui viene usato il metacrilato, un prodotto industriale molto malleabile, che si adatta ad assumere ogni diversa forma e le più diverse colorazioni, anche le più vive. Se i Books emanano letteralmente luce nell’ambiente, intervenendo attivamente nella sua percezione, nei Fluo essa è da vedere trattenuta nella materia colorata da dove emerge come luminescenza, alone o traccia. I Fluo S.T. si presentano infatti come cornici in plexiglas fluorescente che inquadrano superfici rettangolari dello stesso materiale sulle quali si inscrivono inserti specchianti. Questi sembrano feritoie, aperture su un altrove che però non c’è perché l’occhio dell’osservatore che vi si avventuri da vicino si vedrà rimandare solo il suo stesso sguardo. La presenza dello specchio è ricorrente nel lavoro di Chiara Dynys, quasi al pari della luce, e se a questa è assegnata una funzione potenzialmente perturbante il processo della percezione, lo specchio ci rimanda al qui-e-ora in cui siamo calati, al nostro drammatico esserci.

A concludere questa breve Parade degli ultimi esiti dell’artista, la scultura Giuseppe’s Door in vetro di Murano. Essa ripete in dimensioni medie la porta monumentale che Chiara Dynys ha installato nel parco di Villa Panza a Varese.

 

Giorgio Verzotti

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