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#MACFOCUS: SIRI KOLLANDSRUD

 

Artist of the week

 

 

 

Il #MACFOCUS di questa settimana è dedicato a Siri Kollandsrud, artista le cui opere sono esposte alla galleria Ribot nella mostra “Living Yellow Light” fino al 27 gennaio 2024.

 

Siri Kollandsrud racconta che l’ispirazione per il titolo di questa mostra è arrivata per caso. Passeggiando per strada una scritta apposta su un’ insegna pubblicitaria a mo’ di esortazione ha attirato la sua attenzione. “Live green”. Questo era l’invito che campeggiava sul cartellone e che ha indotto l’artista a interrogarsi sul significato di queste parole. Chiaramente non è possibile interpretarne il senso letterale, siamo dinanzi a un paradosso, una sorta di figura retorica che tuttavia ha acceso in lei una riflessione e l’ha spinta a replicare la formula assurda, ma colma di significato.

 

Living Yellow Light è la sua proposta. Il colore e la luce assumono così un carattere vitale, non sono semplicemente mezzi funzionali alla rappresentazione, piuttosto divengono la rappresentazione stessa che si apre verso una dimensione ultraterrena, spirituale e mentale. Un titolo quindi che è anche una dichiarazione riguardo alla propria pittura. Del resto guardando le opere ciò è immediatamente evidente. Luce e colore determinano la forma, non vi è uno studio che precede l’azione della pittrice, ma solo il gesto che incede e procede liberamente fino a quando, pennellata dopo pennellata, l’opera si conclude. Non c’è premeditazione, ma conoscenza ed esperienza. Questo sedimentarsi dell’olio sulla tela tradisce l’intensità delle composizioni, la materia rivendica la sua consistenza e si deposita sul quadro lasciando intravedere il segno del pennello. Anche quando i temi iconografici si fanno più vicini alla figurazione - curioso è l’interesse di Kollandsrud per il motivo dell’Annunciazione, presente in ben tre delle opere esposte - non vi è letteralità, ma solo residui di realtà. Una colonna, una greca architettonica, una presenza vagamente antropomorfa e mai definita, rimangono come tracce di una spazialità terrena che si gonfia di aria e che sembra far levitare il quadro. Si tratta di una forma di astrazione che affonda le sue radici nella tradizione delle avanguardie storiche europee, ora si rammenta Kandinsky ora viene in mente il Mondrian degli Alberi, artisti il cui lavoro si apre a una dimensione spirituale e filosofica importante e mai dogmatica (Green on red (2019) e Light shadow (2019) sono gli esempi più diretti di tale vicinanza). Linguaggio astratto da una parte, ma anche molto altro, il tutto restituito con la naturalezza di chi ha fatto proprie le sue conoscenze, le ha rese DNA e dunque non ha bisogno di sovrastrutturare il pensiero, semplicemente esegue. Un’altra radice di queste pitture è sicuramente l’Informale.

 

Siri Kollandsrud, Living Yellow Light, 2023, installation view @RIBOT Ph. Mattia Mognetti

 

Leggendo i testi dedicati all’autrice non manca mai la menzione a questo “mondo”. L’Informale però è un contenitore ampissimo, che raccoglie in sé varie declinazioni: quella gestuale; quella materica; quella cromatica. Da dove viene quindi questo rimando? L’idea probabilmente è quella di ricondurre la sua opera non tanto alla specificità di una corrente, piuttosto all’intensità e all’atmosfera che, in quel momento storico, attraversava come una linea continua l’Europa, gli Stati Uniti e persino il Giappone e che spazzava le regole della forma in favore della dimensione esperienziale dell’opera. La dissolvenza di un colore nell’altro, che in alcune tele più di altre si legge avvicinandosi alle opere, e quel senso di ariosità che l’artista infonde nella rappresentazione, forse anche grazie all’inusuale e ricorrente presenza del bianco, sembrano tuttavia rimandare con più forza alle proposte artistiche dei maestri attivi in America verso la metà del Novecento e orbitanti intorno alla New York School, da Rothko e compagni, fino a esperienze più laterali come quella di Philip Guston. E’ in questa idea di lateralità, caratterizzata anche da una vena surreale, che si colloca il lavoro di Kollandsrud. Eternamente nuovo perché intrinsecamente vitale.

 

Siri Kollandsrud, Blue Box, 2022, olio su tela, cm 150x120

Siri Kollandsrud, Never forget, 2023, olio su tela, cm 150x120

Siri Kollandsrud, Mirror picture, 2022, olio su tela, cm 80x70

Siri Kollandsrud, Hangaphone, 2022, olio su tela, cm 150x120

Siri Kollandsrud, Wind borne, 2020, olio su tela, cm 150x120

Siri Kollandsrud, Airomanic / out of order, 2021, olio su tela, cm 150x120

Siri Kollandsrud, Annunciation, 2011, olio su tela, cm 153x134

Siri Kollandsrud, Announciation, 2018, olio su tela, cm 40x30

Siri Kollandsrud, Annunciation, free after B.F. Angelico, 2021, olio su tela, cm 120x150

Siri Kollandsrud, Red roundabout, 2019, olio su tela, cm 100x80

Siri Kollandsrud, Light shadow, 2019, olio su tela, cm 100x80

Siri Kollandsrud, Green on red, 2019, olio su tela, cm 100x80

Siri Kollandsrud, Living Yellow Light - Tutto Cambia I, 2023, tecnica mista su carta, cm 41.5x29.5

Siri Kollandsrud, Living Yellow Light - Tutto Cambia II, 2023, tecnica mista su carta, cm 41.5x29.5

Siri Kollandsrud, Living Yellow Light - Tutto Cambia III, 2023, tecnica mista su carta, cm 41.5x29.5

Siri Kollandsrud, Living Yellow Light - Tutto Cambia IV, 2023, tecnica mista su carta, cm 40.3x30.3

Siri Kollandsrud, Living Yellow Light - Tutto Cambia V, 2023, tecnica mista su carta, cm 41.5x29.5

Siri Kollandsrud, Living Yellow Light - Tutto Cambia VI, 2023, tecnica mista su carta, cm 41.5x29.5

Siri Kollandsrud, Living Yellow Light - Tutto Cambia VII, 2023, tecnica mista su carta, cm 40.3x30.3

Siri Kollandsrud, Living Yellow Light - Tutto Cambia VIII, 2023, tecnica mista su carta, cm 41.5x29.5

 

Siri Kollandsrud (Oslo, 1963, vive e lavora a Copenhagen, DK), ha studiato a Billedskolen, Copenaghen, 1966-1988, e alla Berlin University of the Arts, Berlino, 1996-2000. Sue mostre personali e collettive si sono tenute presso: Nunu Fine Art, Taipei, 2023, 2016; Spanien19c, Aarhus, 2023; Haderslev Art Association, Hadersley, 2022; Kunstvinduet, Copenhagen, 2020; Galleri Skelderhus, Munka Ljunby, 2019; Associazione Culturale Atelier, Roma, 2016, 2008; Museumsbygningen, Copenhagen, 2016; Museo Hendrik Christian Andersen, Roma, 2015; Associazione Artistica Laboratori Incontri D’Arte L.I.Art, Roma, 2006; Accademia di Danimarca, Roma, 2006; Kunsthal Charlottenborg, Copenhagen, 2000, 1999, 1996.

Residenze e premi includono: Queen Ingrid’s Roman Foundation, Copenhagen, 2015, 2012, 2008; Accademia di Danimarca, Roma, 2015, 2012, 2008; The Danish Arts Foundation, Copenhagen, 2014, 2013, 2011; Xucun International Art Festival, Xucun, 2013, 2011; Circolo Scandinavo, Roma, 2007, 2004; Norwegian Art associations, Oslo, 2007. Le sue opere sono oggi presenti in importanti musei e collezioni pubbliche tra cui: Xucun International Art Community, Xucun; Hygum Art Museum, Lemvig; The Danish Arts Foundation, Copenhagen; Arthotek Zentral - und Landesbibliothek, Berlino; Nordiska Akvarellmuseet, Skårhamn.

 

 

#MACFOCUS è la rubrica della Milano Art Community che propone approfondimenti sulle gallerie d'arte contemporanea, fondazioni e spazi no profit più interessanti di Milano e sugli artisti da loro selezionati.

 

 


 

Per maggiori informazioni Ribot Gallery

 

 

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